Maddalene al caffè (dalla Francia)

Ieri ho preparato le maddalene (o madeleines), che hanno l’onore di portare il mio bellissimo nome. Sono dolcetti antichi, citati da Proust con parole così struggenti che vi invito a leggere il brano che ho riportato nei “messaggi”.

Tuttavia io le trovo estremamente moderne, in quanto sono piccoli bocconcini che non interferiscono troppo con il bilancio giornaliero delle calorie.

Io ne ho preparata una versione delicata, con un leggero sentore di caffè al posto del tradizionale aroma di mandorla. Le ho gustate con un delizioso cappuccino e ho potuto apprezzarne la consistenza sofficissima e il leggero retrogusto di spezie: un paradiso di delicatezza…

Ecco la ricetta.

INGREDIENTI

  • 80 g di farina per torte soffici del Molino di Vigevano
  • 60 g di zucchero
  • 60 g di burro fuso
  • 2 uova
  • un cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino colmo di caffè solubile del commercio equo e solidale
  • 1 cucchiaino colmo di miele d’arancio
  • mezzo cucchiaino di spezie miste (chiodi di garofano, noce moscata, cannella, che ho preparato con il macinacaffè)

Con queste dosi mi sono venute 26 maddalene: il mio stampo in silicone ha formine di 6,5 cm per 4,5cm. Devo ringraziare mia cognata Daniela che me l’ha regalato ormai parecchi anni fa!

COME HO FATTO

  • Ho fatto fondere il burro nel microonde a bassa temperatura e l’ho fatto raffreddare.
  • Ho sbattuto a lungo con le fruste elettriche le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto molto soffice.
  • Ho incorporato poco alla volta la farina, le spezie, il burro, il miele e il caffè solubile.
  • Ho messo in frigorifero per qualche ora (ma ne bastano un paio).
  • Poi ho scaldato il forno a 200° e ho imburrato lo stampo, anche se era di silicone, poichè altrimenti le maddalene si staccano con difficoltà se sono ancora calde.
  • Ho riempito di impasto freddo per tre quarti le formine con un cucchiaio e ho messo in forno caldo, abbassando subito a 175°, continuando la cottura per circa 15 minuti, ma il tempo dipende dalla dimensione delle formine. Lo sbalzo termico fa formare la caratteristica gobbetta durante la lievitazione.
  • Ho sformato e fatto raffreddare. Con il mio stampo ho dovuto fare 3 cotture successive.
  • Ho servito al naturale, senza nemmeno un velo di zucchero.